Quale futuro per un minore che a 6 anni è costretto a scegliere fra padre e madre?

Come si può chiedere ad un bambino di sei anni (ma anche se ne avesse di più o di meno nulla cambierebbe) di decidere se stare col padre o con la madre?Come è possibile affidare tale responsabilità ad un minore?

La risposta pare ovvia: non si deve fare; ma è proprio quello che hanno deciso i Giudici del Tribunale per i Minorenni di Trieste che, a fronte di una diatriba fra i genitori, padre italiano e madre peruviana, sull’affidamento del figlio, hanno scaricato l’onere di una simile scelta al minore, proprio a colui al quale non avrebbero mai dovuto affidare tale e tanta responsabilità.

Già questo bambino è conteso, da quando è nato, fra madre e padre, addirittura costretto a vivere in due ambienti diversissimi ed a distanze oceaniche; questo rappresenta di per sé motivo di sofferenza e di disagio, aggravato dalla mancanza costante di uno dei due genitori.

Su questo terreno minato ora si innesta il trauma della scelta di uno dei due, trauma che si porterà dentro per tutta la vita, in quanto, qualsiasi dei due sceglierà, vivrà con la sensazione di aver tradito quello non privilegiato.

Il conflitto al quale i Giudici sottopongono questo bimbo è ingiusto e, molto probabilmente, patogeno.

Sia che censuri il conflitto, quindi che viva apparentemente sereno (adottando un potente meccanismo difensivo di negazione), sia che lo interiorizzi in tutta la sua drammaticità, la sua vita psichica, quindi tutta la sua esistenza sarà contrassegnata dal senso di colpa e dal dolore della perdita.

Da oggetto del contendere questo figlio è diventato attore priviliegiato che ha nelle sue mani il futuro suo e di entrambi i suoi genitori; dalla “colpa” per essere il pomo della discordia passa alla “colpa” per essere inevitabilmente ingiusto ed ingrato nei confronti di colui, o colei, che gli ha dato la vita.

Che poi costoro non siano stati in grado di tutelarlo, esponendolo a cambiamenti di ambiente di vita e, soprattutto, alla mancanza di uno dei due, è un altro discorso.

Per quanto imperfetti, sono i suoi genitori e sicuramente li ama entrambi. Come può prendere una simile decisione?

Nessun esperto in psicologia infantile potrà avallare tale scelta. L’unica risposta possibile è che non si deve fare e che sono gli adulti deputati a decidere e ad assumersi la responsabilità delle conseguenze delle loro decisioni, non un bambino innocente che ha la sfortuna di vivere un dramma che lo segnerà per sempre.